L'affaire Alitalia sembra essere giunto all'epilogo, ma le sue radici sono lontane nel tempo. Chi ricorda i tempi di Tangentopoli ricorda anche il periodo delle privatizzazioni: lo Stato decise di privarsi dei gangli produttivi (trasporti, telecomunicazioni, etc), dato che i privati do it better. Non è che vi fossero molte alternative, ma è anche vero che vennero commesse delle vere e proprie aberrazioni (come l'accordo con Benetton: allo Stato le spese di gestione, al privato l'incasso dei caselli autostradali); nel passaggio da enti pubblici ad aziende private, queste vennero quotate in Borsa, e lo Stato divenne socio di minoranza. Alitalia non sfuggì a questa logica.
Solitamente, cosa si rimprovera alla gestione pubblica (a quella italiana, altrove lavorano meglio!)? Sprechi, inefficienze, mancata concorrenza, stipendificio, clientelismo e consorterie e via così. Ma cos'è stata Alitalia in questi anni?
I mali della gestione pubblica sono rimasti tali e quali, ed ad essi si sono aggiunti quelli tipici della gestione privata, ovvero la logica di massimizzare il profitto anche a scapito della sicurezza.
Poi vi sono stati i contratti con i top-manager che prevedevano una cospicua buonuscita anche in caso di licenziamento o altra rescissione unilaterale del contratto, l'abbandono della tratta diretta Bologna/Venezia--Palermo (una col più alto numero di passeggeri), il servizio in volo sempre più scadente (ora devi pagare pure il sacchettino di noccioline, una volta anche il pranzo era gratuito), il caro-biglietto e l'incapacità di contrastare Meridiana e le varie compagnie low-cost.
Se una famiglia si gestisce in egual modo, prima o poi finisce in mano agli strozzini...Alitalia no; Alitalia ha compiuto una sorta di divedendo dei mali e dei beni: alla dirigenza ampi guadagni, ai lavoratori e all'utenza disagi e sacrifici. La coperta è corta, ma sempre dalla stessa parte!
E fin qui, uno potrebbe dire: ma a me, che me ne cala? Viaggio in macchina, non faccio il pilota, fallisca pure Alitalia!
Vero, così sarebbe dovuta andare...Ma c'è sempre un ma; volendo fare una distinzione sommaria, gli italiani si possono dividere in due categorie: gli sciovinisti e gli esterofili. Nel caso Alitalia ha prevalso una terza categoria, di solito piuttosto timida e minoritaria: gli orgogliosi. Costoro hanno sentenziato che un Paese come il nostro non poteva rimanere privo della compagnia di bandiera, visto che anche paesi poveri ed accattoni ce l'hanno. Ma gli orgogliosi sono spessi privi di mezzi...
A questo punto doveva intervenire la politica, e chi se non il politico più orgoglioso di tutti? In piena campagna elettorale, al grido di ghè pens'mì!, il Presidente aviere-steward-carburantista-puliscicessi vara la cordata dei volenterosi (tipo quella che è intervenuta in Iraq) ed allontana Airfrance ed altri pretendenti, che almeno avevano proposto dei seri piani di risanamento. Passano i giorni, i mesi, e la cordata gioca a nascondino...Una volta vinte le elezioni, il Presidente-prestigiatore fa scomparire la cordata con abile gioco di mano, e con altrettanta abilità fa comparire nel lato B dei contribuenti un bel carotone di 40€ cadauno (per una famiglia media, 120€), soldi necessari per risanare i debiti e provare ad andare avanti...Si, ma avanti come? Se la gestione dovesse rimanere invariata (ad onor del vero, la neo-società costituita sembra offrire garanzie positive in tal senso) Alitalia durerà gran poco, sopravviverà nei debiti fino all'intervento del prossimo Presidente-cazzaro, con buona pace del contribuente italiano!
giovedì 28 agosto 2008
mercoledì 27 agosto 2008
la gelmini ed i Terroni
Antefatto
Il Ministro della Pubblica Istruzione, On. M.Gelmini, ha dichiarato che i docenti meridionali affossano il livello della scuola italiana (siamo agli ultimi posti, in Europa); varerà quindi dei corsi di elevamento professionale per i docenti di Basilicata, Calabria, Puglia, Sicilia. Prevedibile risentimento da parte di professori, esponenti del Pd, rappresentanti di categoria sindacali...ed altrettanto prevedibile smentita e rettifica della sciura ministro.
Fatto
Intervistata da un'emittente radiofonica, conferma le cose dette nella rettifica; l'intervistatrice, però, a microfono spento (ma non era ovviamente spento per davvero!) chiede alla Gelmini ragione della sua prima uscita, e quella, candidamente, ammette che la sua sparata è dovuta alla bocciatura (la 2° di fila) del figliolo del senatur, l'On. Bossi. (cito, per chi non ne avesse memoria, la dichiarazione di Bossi: "i nostri ragazzi vengono vessati da professori meridionali e forestieri").
Conclusione
L'ineffabile Gelmini non ha ancora avuto bisogno di smentire il fuori-onda, in quanto la cosa non è stata trattata in nessun modo dai mezzi d'informazione...E posso capirlo: tra la crisi osseta, strupri di turisti, la mancata assegnazione dei diritti tv in chiaro per l'imminente stagione calcistica, ci sono cose più importanti di cui parlare!
Chiosa
Ma siamo sicuri che il fatto abbia moderata importanza? Siamo di fronte ad un ministro che bellamente sancisce l'incapacità di parte dei lavoratori italiani (nello specifico, i docenti del sud), senza riportare una sola cifra statistica, una casistica, ed esempio, di gravi negligenze di questi professori...e soprattutto senza tenere conto delle condizioni di difficoltà e degrado del tessuto sociale con cui molte scuole meridionali hanno a che fare quotidianamente (e spesso riescono a fare il proprio lavoro con encomiabile diligenza e spirito di sacrificio). Ovviamente, non esiste lo stereotipo della scuola del nord, linda, attrezzatissima, stimolante per gli studenti, che prepara i futuri premi Nobel, e la scuola del sud, sporca, scalcinata, gestita da assenteisti, in cui gli studenti fanno quel che gli pare nell'indifferenza generale. Questo può esistere solo nella mente di Calderoli e dei suoi accoliti. Ma le parole della Gelmini si accodano ad altre proferite da esponenti del Governo, che disegnano non più semplicemente un'Italia a due velocità, ma un nord gravato da un sud succhiasoldi e succhiarisorse. Il federalismo fiscale ora e la secessione in futuro sono i veri obiettivi a cui personaggi come la Gelmini puntano.
Considerazione finale
La mia esperienza scolastica ha avuto i suoi alti e bassi. Non mi sono mai posto il problema della provenienza geografica dei miei professori (anche se, in verità, non ricordo molti accenti foresti). Ho studiato in istituti tanto nuovi o quasi, quanto cadenti. L'unica esperienza veramente negativa l'ho avuta con una docente (di italiano e latino) del nord, ciellina e, forse, leghista, che adorava punirmi ben oltre i miei demeriti. Ma non per questo ho fatto generalizzazioni!
Evidentemente la Gelmini non possiede questa capacità di discernimento...
Il Ministro della Pubblica Istruzione, On. M.Gelmini, ha dichiarato che i docenti meridionali affossano il livello della scuola italiana (siamo agli ultimi posti, in Europa); varerà quindi dei corsi di elevamento professionale per i docenti di Basilicata, Calabria, Puglia, Sicilia. Prevedibile risentimento da parte di professori, esponenti del Pd, rappresentanti di categoria sindacali...ed altrettanto prevedibile smentita e rettifica della sciura ministro.
Fatto
Intervistata da un'emittente radiofonica, conferma le cose dette nella rettifica; l'intervistatrice, però, a microfono spento (ma non era ovviamente spento per davvero!) chiede alla Gelmini ragione della sua prima uscita, e quella, candidamente, ammette che la sua sparata è dovuta alla bocciatura (la 2° di fila) del figliolo del senatur, l'On. Bossi. (cito, per chi non ne avesse memoria, la dichiarazione di Bossi: "i nostri ragazzi vengono vessati da professori meridionali e forestieri").
Conclusione
L'ineffabile Gelmini non ha ancora avuto bisogno di smentire il fuori-onda, in quanto la cosa non è stata trattata in nessun modo dai mezzi d'informazione...E posso capirlo: tra la crisi osseta, strupri di turisti, la mancata assegnazione dei diritti tv in chiaro per l'imminente stagione calcistica, ci sono cose più importanti di cui parlare!
Chiosa
Ma siamo sicuri che il fatto abbia moderata importanza? Siamo di fronte ad un ministro che bellamente sancisce l'incapacità di parte dei lavoratori italiani (nello specifico, i docenti del sud), senza riportare una sola cifra statistica, una casistica, ed esempio, di gravi negligenze di questi professori...e soprattutto senza tenere conto delle condizioni di difficoltà e degrado del tessuto sociale con cui molte scuole meridionali hanno a che fare quotidianamente (e spesso riescono a fare il proprio lavoro con encomiabile diligenza e spirito di sacrificio). Ovviamente, non esiste lo stereotipo della scuola del nord, linda, attrezzatissima, stimolante per gli studenti, che prepara i futuri premi Nobel, e la scuola del sud, sporca, scalcinata, gestita da assenteisti, in cui gli studenti fanno quel che gli pare nell'indifferenza generale. Questo può esistere solo nella mente di Calderoli e dei suoi accoliti. Ma le parole della Gelmini si accodano ad altre proferite da esponenti del Governo, che disegnano non più semplicemente un'Italia a due velocità, ma un nord gravato da un sud succhiasoldi e succhiarisorse. Il federalismo fiscale ora e la secessione in futuro sono i veri obiettivi a cui personaggi come la Gelmini puntano.
Considerazione finale
La mia esperienza scolastica ha avuto i suoi alti e bassi. Non mi sono mai posto il problema della provenienza geografica dei miei professori (anche se, in verità, non ricordo molti accenti foresti). Ho studiato in istituti tanto nuovi o quasi, quanto cadenti. L'unica esperienza veramente negativa l'ho avuta con una docente (di italiano e latino) del nord, ciellina e, forse, leghista, che adorava punirmi ben oltre i miei demeriti. Ma non per questo ho fatto generalizzazioni!
Evidentemente la Gelmini non possiede questa capacità di discernimento...
Salve!
Cosa scrivere, quando nasce un blog?
Essendo io poco avvezzo in materia, penso di potermi limitare a due argomenti: il "cosa" ed il "perchè". E partiamo dal primo, il "cosa": quello che intendo trattare in questo blog, saranno particolari notizie dei quotidiani. E' lecito chiedersi: perchè scrivere parole su parole scritte da altri? Il motivo è che l'informazione stampata in Italia non gode di buona salute; i TG fanno da padroni, con tutte la pessime conseguenze che la loro generalità e superficialità hanno sui "tele-utenti". Questo blog vuole quindi essere uno spazio di riflessione e di discussione, con chi avrà la pazienza di leggerlo, su fatti su cui chi s'informa solo mediante la TV non ha la dovuta conoscenza. Il "perchè"; bè, questo ha motivazioni decisamente più profane. La prima: una persona a me cara m'invita a diventare utente del suo blog privato. Seguo la procedura guidata e noto che c'è un link, "crea il tuo blog", e mi chiedo "perchè no?". La seconda: se di persona posso tediare un certo numero di persone con fole su sciocchezze, perchè non rompere le scatole ad un pubblico più ampio sfruttando la rete? Una motivazione decisamente filantropica, no?!
Concluso il prologo, mi congedo per ponzare sul primo argomento da trattare...
Essendo io poco avvezzo in materia, penso di potermi limitare a due argomenti: il "cosa" ed il "perchè". E partiamo dal primo, il "cosa": quello che intendo trattare in questo blog, saranno particolari notizie dei quotidiani. E' lecito chiedersi: perchè scrivere parole su parole scritte da altri?
Concluso il prologo, mi congedo per ponzare sul primo argomento da trattare...
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